CLARA SALVO

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Negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso l’euforia capitalista conseguente al Boom economico trasformava la canzone popolare da voce autentica e quotidiana a brand e icona nostalgica, per far soldi o sviluppare carriere in quella che, di lì a poco, sarebbe diventata la World Music coi suoi saccheggi. In quegli stessi anni Clara Salvo è studente a Palermo, sta coi movimenti di protesta operai e contadini, con la sua voce come arma e la chitarra come scudo, e partecipa alle prime marce femministe in Italia. Gira intanto per le località di tutta la Sicilia, rurali e urbane, complice il Folkstudio, alla ricerca dell’anima musicale popolare dell’Isola. Tra campagne e città Clara raccoglie ed eredita storie, nenie e canti, che diventano poi la base per il repertorio dei “comizi cantati” col gruppo del Canzoniere di Democrazia Proletaria.

La storia di Clara Salvo incrocia così quelle della oggi leggendaria Rosa Balistreri e degli ultimi cantastorie, dai quali riceve, in tempo reale, storie e canzoni. Con uno di questi, l’anarchico Pino Veneziano, Clara ha in comune la passione per la cucina, che diventa la sua professione. Ai canti s’affianca così la ricerca sulla cucina di tradizione, che Clara Salvo realizza poi ogni giorno nel suo ristorante, nella natìa Trapani, attingendo a un ricettario di migliaia di piatti e variazioni, da lei stessa raccolti in tutta l’isola. Tra la cucina tradizionale e le canzoni che Clara canta in sala, il ristorante diventa così uno degli ultimi baluardi di resistenza al folkmarket, all’esotismo e alla turistificazione che svendono ai peggiori offerenti le nostre anime e identità.

Questo album è il primo che Clara Salvo ha accettato di realizzare, alla soglia dei 70 anni d’età, e rilancia le ultime eco di lotta e speranza, che giungono a tutte e tutti noi dal popolo siciliano. Lo fa addensando – col contributo magistrale di Matilde Politi – versi, canzoni e storie che risalgono dagli anni ’60 del ‘900 fino alla metà dell’800, ereditati da Clara Salvo in una Sicilia in cui ancora un tenace idealismo pratico – contadino e operaio – temperava il fatalismo, una realtà in cui ancora non era futile (o perfino utile) dire la verità di fronte al Potere, qualunque fosse poi l’esito, alimentando ancora la consapevolezza che “lu patruni è suvécchiu!” (il Padrone è superfluo).

Ogni canzone in questo album è già mille storie, intreccio di mille e più umanità: le nostre. Non solo di ieri, ma soprattutto di domani. I cantastorie, i canti anarchici e quelli di vicarìa (carcere), gli omaggi a Rosa Balistreri, i canti del Folkstudio che Clara stessa ha raccolto, i canti di protesta, tutto ciò di solito ci vien fatto percepire come nostalgica documentazione del passato, buona soltanto per alimentare marketing territoriale e tradizionalismo, ma in quest’album – esito di registrazioni live-in-studio – suona tutto di nuovo come se queste canzoni, storie e umanità stessero parlando del nostro presente, con l’instancabile e ribelle tenacia dell’ultima grande voce della canzone popolare siciliana.

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Clara Salvo: voce
Matilde Politi: voce, chitarra, cori, direzione musicale
Enrico Stassi e Gaspare Perricone (dal Canzoniere di Democrazia Proletaria): cori
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Musiche e versi di
Ciccio Busacca (“Comu canciari lu munnu”), Pino Veneziano (“Soccu vonnu”, “La jatta”, “Lu patruni è suvecchiu”), Ignazio Buttitta e Rosa Balistreri (“La Sicilia avi un patruni”), Tradizionale (“Ma veni affaccia”, “Guvernu italianu”, “Lissandro”, “Catarine’ ncì ncì”, “Ponticello”, “Vinutu sugnu”, “Ninna nanna”), Aldo Lombardo (“Serenata per Paola”), Alberto Piazza (“Terra ca nun senti”)
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Prodotto da Chiara Scardamaglia e Fabio Parente
con Gianluca Cangemi & Luca Rinaudo

Registrato da Luca Rinaudo allo Zeit Studio (Palermo, Sicilia).
In regia: Gianluca Cangemi. Assistente di studio: Marco Nascia.

Missato e masterizzato da Luca Rinaudo allo Zeit Studio (Palermo, Sicilia)
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Grafica e illustrazione interna nell’edizione fisica: Giulia Calabrese
In copertina: “Donnachitarra (ritratto di Clara)” di Carmelo Morreale
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Curatore: Gianluca Cangemi
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